Segnalazioni

Rischio licenziamenti allo stabilimento di Talamona di General Electric

(Foto di https://www.immaginiamoilfuturo.it)

"Buongiorno,

siamo un gruppo di operai dello stabilimento di Talamona di proprietà di General Electric e di un'altra multinazionale esotica, che producono con il marchio Nuovo Pignone, benché siamo rassicurati dalle due multinazionali straniere temiamo di essere licenziati, perché i conti a Talamona sono in un rosso più che altrove. Per di più a Talamona esiste solo una SRL, mentre in Toscana esiste sia la SRL che la SPA. Inoltre lo stabilimento di Talamona è solo un'officina incolore: i dirigenti, gli ingegneri progettisti, gli uffici commerciali, l'assemblaggio, il collaudo e l'assistenza post vendita sono in Toscana.

Come ciò non bastasse i costi della predetta officina incolore sono aggravati dalle spese di trasporto per consegnare in Toscana e poi debbono essere smorzati con lo sfruttamento e il mobbing più duro a Talamona, oltre al presentismo, per meglio dire "al lavoro con l'influenza" perché General Electric deve fregiarsi del riconoscimento dell'Asst, (vedi www.laprovinciadisondrio.it/stories/Cronaca/ambiente-di-lavoro-sano-sette-le-aziende-al-top_1230438_11)

Sfortunatamente non ci possiamo fidare: delle multinazionali straniere che riscuotono gli utili nei paradisi fiscali e socializzano le perdite in Italia, dei sindacati che per discernere e punire chi si oppone fanno approvare con alzata di mano palese gli accordi imposti dall'azienda e degli articoli de "La Provincia di Sondrio". Alla faccia dell'articolo tranquillizzante, www.laprovinciadisondrio.it/stories/Cronaca/general-electric-e-hughes-nuova-alleanza-sul-pignone_1209724_11, la verità (il rischio di licenziamenti a Talamona e che la proprietà passerà ad un'altra multinazionale ancora più approfittatrice) verrà a galla. In aggiunta l'amministrazione regionale e provinciale resterà impunita sebbene abbia finanziato, invano, dei corsi di formazione con il denaro dei cittadini: il personale formato rischia di essere licenziato.

Dobbiamo per evitare ritorsioni restare anonimi, ma ormai tacere è una colpa e siamo obbligati a dichiarare le condizioni di lavoro e di licenziamento per un dovere morale e civile.

Buona giornata.

Carlo Folla, colleghi e famiglie"


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