Politica

Codice della strada: "La riforma così non va"

Secondo i consiglieri di Sondrio Democratica, che presenteranno una mozione a Palazzo Pretorio, le nuove norme penalizzano i Comuni e non favoriscono nè trasporto pubblico, né mobilità sostenibile

Fa discutere la nuova riforma del codice della strada.

I consiglieri di Sondrio Democratica Francesco Bettinelli, Donatella Di Zinno e Alessandro Spolini presenteranno, in occasione della seduta del consiglio comunale del 22 marzo, una mozione in cui chiedono al sindaco Marco Scaramellini e alla sua giunta di intervenire urgentemente attraverso l’Anci, sia regionale che nazionale, presso il Governo e il Parlamento in modo tale che siano eliminate dalla riforma del Codice della Strada e dai successivi decreti legislativi delegati e decreti attuativi le norme in contrasto con il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale; siano eliminate dalla riforma del Codice della Strada e dai successivi decreti legislativi delegati e decreti attuativi le norme che limitano la possibilità dei Comuni di intervenire sulla gestione del traffico e della viabilità stradale, nel rispetto dell’attribuzione agli stessi delle funzioni amministrative prevista dall’art. 118 della Costituzione; siano promossi interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e che agevolino i percorsi verso le Città 30, e vengano individuate con urgenza le risorse previste dal Piano per la realizzazione degli interventi ivi previsti".

Sono infatti molti i punti della riforma che non convincono i consiglieri di Sondrio Democratica. Nel dettaglio:

  • la riforma limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, prevedendo l’intervento del Ministero per la decisione circa la progettazione e realizzazione di piste ciclabili, ZTL, aree pedonali, aree di sosta nelle città, comportando così di fatto un arresto della realizzazione di strumenti di incremento della sicurezza stradale, oltre che di contrasto alle emissioni climalteranti collegate alla mobilità;
  • introduce una nuova previsione che subordina le ZTL alle esigenze della mobilità automobilistica e dell’economia, indebolendo con ciò la possibilità per le amministrazioni di assumere provvedimenti volti alla riduzione del traffico motorizzato privato;
  • non tutela chi è più vulnerabile, indebolendo la convivenza tra diversi utenti della città (pedoni, ciclisti, micromobilità, bambini, anziani, persone con disabilità);
  • usa un approccio repressivo, concentrando il focus sull’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti che sono tuttavia causa di solo circa il 5% degli incidenti; non interviene sulla prevenzione delle principali cause di collisioni, come l’alta velocità, la distrazione alla guida e le mancate precedenze;
  • complica e restringe la possibilità di installare e usare gli autovelox fissi, mobili e in movimento (benché già omologati) per far rispettare i limiti di velocità;
  • introduce la possibilità di violare i limiti di velocità anche più volte ricevendo una sola multa ogni ora, anziché una per ogni infrazione;
  • delega al Governo l’assunzione di provvedimento volto a introdurre l’obbligo generale di casco, targa e giubbotto riflettente per le biciclette, equiparandole ai veicoli a motore in deroga alla normativa UE;
  • delega al Governo la revisione dei limiti di velocità, prevedendo la possibilità di innalzamento rispetto a quelli attuali.


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